Un esempio virtuoso di valorizzazione di un bene storico – ambientale. Un luogo di incontro, dialogo e conoscenza del passato. Per guardare al futuro.
Appena si varca la soglia e si entra nel centro abitato si fa un salto indietro nel tempo. Precisamente alla fine del 1800. Perché nel Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, in prossimità del fiume Adda, sul confine tra le province di Milano e Bergamo, l’atmosfera non è cambiata. Qui si rivive ancora la vita quotidiana legata al cotonificio Crespi (1878 – 1929). Un luogo in armonia tra passato e futuro.
Il villaggio operaio di Crespi d’Adda è stato fondato, intorno allo stabilimento che ospitò, in origine, il Cotonificio Benigno Crespi, da Cristoforo Benigno Crespi nel 1878. Venne completato dal figlio Silvio Benigno, verso la fine degli anni Trenta del Novecento. E rappresenta un esempio eccezionale di città industriale tutt’ora abitato e perfettamente conservata. Ed è per questa ragione che venne inserita, nel 1995, nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Un paese “multitasking”
Così lo si potrebbe definire oggi. Perchè a Crespi d’Adda non mancava proprio nulla. Il paese era composto, oltre che dalla fabbrica e dalle abitazioni, anche da strutture sociali come il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, il piccolo ospedale, la scuola, il teatro, la chiesa, i bagni pubblici con piscina, il cimitero. L’abitato, rimasto inalterato nel tempo, ospita ancora oggi una comunità di circa trecento persone, in gran parte discendenti di coloro che vissero nel borgo o lavorarono nella grande fabbrica.
Il villaggio è costituito da cinquantacinque casette, le case operaie con orti e staccionate tutte uguali. Più distanti si trovano i palazzotti, le prime residenze plurifamiliari di quattro piani, ben presto abbandonate in favore delle più ospitali casette operaie. Due ville pressoché identiche collocate in posizione rialzata rispetto al villaggio furono assegnate al cappellano e al medico che avrebbero dovuto vegliare sulla salute dell’anima e del corpo dei lavoratori.
Più preziose le quattro villette impiegatizie con balconcini ed elementi decorativi che si aggiungono alle nove ville dirigenziali, circondate da giardini ricchi di alberi. Si distingue nel borgo, poi, Villa Crespi, in stile neogotico, un vero e proprio castello con torrette, merlature e cuspidi, un ampio giardino.
Una fabbrica all’avanguardia
L’ex Cotonificio Crespi ,invece, è segnato da due eleganti palazzine dove si trovavano gli uffici della dirigenza, dietro una maestosa ed elegante cancellata in ferro. Poi una sequenza ordinata di capannoni contraddistinti sul fronte strada da una decorazione in cotto a otto punte e al centro la ciminiere alta settanta metri.
Dopo essere stato chiuso definitivamente nel 2003, vandalizzato e depredato per un decennio, lo stabilimento è stato acquistato, nel 2013, dall’imprenditore bergamasco Antonio Percassi con l’idea di farne la sede operativa delle proprie aziende nonché un campus dell’innovazione e dell’arte aperto ad altri partners, con museo e zone espositive accessibili al pubblico.
Ma per conoscere a fondo il luogo e scoprirne in dettaglio tutte le caratteristiche bisogna visitare l’UNESCO VISITOR CENTRE, che si trova nell’edificio delle Scuole Asilo S.T.I., in cui è presente oltre alla biglietteria e il punto informazioni, il nuovo Museo Partecipato, l’Archivio Storico, il Bookshop e le Aule Laboratoriali.
Il museo multimediale, tra cimeli d’epoca e tecnologie all’avanguardia
Assolutamente da non perdere, la visita al museo multimediale, curato da Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda, che unisce oggetti d’epoca e tecnologie dove sono gli stessi abitanti vissuti nel villaggio dagli anni della sua storia legata al cotonificio Crespi (1878 – 1929) a raccontarsi nei grandi schermi collocati nella prima stanza del percorso. Per narrare le loro ambizioni, le loro difficoltà, i loro sogni, i loro problemi, la vita quotidiana di un secolo dai profondi cambiamenti sociali e culturali. Un museo dove, con immagini d’archivio (messe a disposizione dai cittadini stessi), storie, fotografie d’epoca e animazioni grafiche si racconta un’epoca storica, dalla fine dell’800 agli anni del regime fascista o delle lotte dei sindacati. Grazie poi alla realtà virtuale è possibile anche vivere e sperimentare in prima persona i luoghi di Crespi d’Adda e della sua fabbrica, fare un incredibile viaggio nel tempo e nello spazio.
credit foto Associazione Crespi d’Adda