Li chiamano hotel a 3 stelle, per i servizi offerti, ma di fatto, quando inesistenti, cosa fare? Per non rovinarsi la vacanza, non esitate a farlo presente e se potete cambiate struttura!
Cronaca di una vacanza interrotta. Fino ad oggi su Viaggiando di Gusto vi abbiamo raccontato i posti, i ristoranti o i tour da scegliere per esperienze uniche che coniughino il piacere del luogo a quello del cibo e, in casi specifici, anche recensioni con testimonianze documentali del nostro vissuto. Piacciono le recensioni quando consigliano e “decantano” le peculiarità di una location o di un menù, stonano invece quelle che portano, come già successo in passato, per chi ci legge da un po’, critiche ed esperienze negative, anche queste documentate e non oggetto di un opinione soggettiva. Dunque, ci teniamo a precisare, che in ogni riga anche di questo articolo, trovete solo un racconto suffragato da fatti e disservizi evidenti e non attese disattese.
Servono anche articoli come questi, non per evidenziare delle criticità fini a sè stesse, ma per esortare titolari e gestori di hotel e alberghi a conduzione famigliare ad intervenire ove queste possono portare all’interruzione di una vacanza, semplice, ma pur sempre vacanza che richieda i servizi basici di un tre stelle.
Quest’anno per la nostra settimana di vacanza abbiamo scelto, dopo una ricerca basata su recensioni pubblicate su siti e motori di ricerca l’hotel Borghesi di Riccione, tre stelle a conduzione famigliare sito nella zona di Riccione Terme. Il soggiorno di 7 giorni si è trasformato in una vacanza di due giorni e di seguito ve ne raccontiamo i motivi.
Hotel Borghesi, dal preventivo al ricevimento
Il processo di ricerca per individuare e selezionare l’hotel Borghesi è partito dal portale InfoAlberghi, che consigliamo a tutti coloro che vogliono risparmiare tempo nell’invio della richiesta di preventivi. Basta selezionare categoria e filtrare i servizi richiesti e automaticamente il sistema proporrà un numero di Hotel e strutture corrispondenti ai criteri di ricerca selezionati.
Ogni struttura che invia il proprio preventivo sceglie le modalità e la forma di invio, c’è chi si avvale di un software e programmi ad hoc che presentano l’intera offerta con foto, link interni e ogni sorta di informazione possibile. Poi ci sono hotel che rispondono alla vecchia maniera, ovvero, una riga con scritto: “Gent.le cliente, il costo totale del soggiorno di 7 notti per una camera matrimoniale in pensione completa con bevande ai pasti e 1 ombrellone e 2 lettini è di €1330, aria condizionata e wi-fi inclusi nel prezzo. Cordiali saluti XXXX”
Abbiamo accettato e abbiamo inviato la caparra richiesta, ma dopo una settimana, non avendo ricevuto nessuna mail di ricezione acconto, abbiamo riscritto per avere conferma che fosse stata registrata. Ci rispondono di sì, dopodichè non abbiamo più ricevuto nessun tipo di contatto dall’hotel. Abbiamo riscritto noi, per chiedere qualche specifica sui servizi e sul check in, come del resto fanno tutti gli hotel, anche spontaneamente a due giorni dell’arrivo del cliente, mandando, ad esempio il menù del giorno di arrivo, ma all’invio della nostra mail, ci è stato risposto così: tutte le informazioni le trovate sul sito. Stop.
Pur molto perplessi sull’accaduto, abbiamo comunque portato avanti il nostro programma e siamo giunti al giorno in cui ci siamo presentati in struttura. Il Check in si è svolto con la registrazione dei documenti e con la comunicazione che il pranzo si sarebbe svolto alle 13. Al momento non sono state rilasciate altre informazioni (l’orario della colazione? Quello della cena? Come si sarebbero svolti i pranzi? Quando usufruire del servizio spiaggia?), ma abbiamo pensato che avrebbero voluto fornircele con calma, visto che il pranzo si sarebbe svolto entro un’ora dal nostro arrivo. Abbiamo scelto il nostro menù e abbiamo atteso l’ora del pranzo.
Pensione completa? Si, ma incompleta.
Il pranzo del nostro arrivo si è svolto piuttosto velocemente, un primo, un secondo con porzioni molto ridotte e albicocche in ammollo. Nessun buffet o verdura in accompagnamento come antipasto. In sala, a servire, la titolare della struttura e un giovane dipendente, in evidenti difficoltà (in questo caso preferiamo non approfondire poichè non abbiamo compreso i problemi del personale di sala). Quello che è stato percepito in maniera chiara e inconfutabile è stato lo stato di alterazione e agitazione della titolare, che correva e urlava e dalla sala comunicava ad alta voce alla cucina quali piatti dovessero uscire per i tavoli da servire. Comprendiamo come clienti che possano verificarsi dei momenti di agitazione per “carenza di personale”, anche se in alta stagione essere a corto di personale è inammissibile per garantire un servzio privo di pecche o ritardi nella somministrazione dei pasti, ma è tassativo, a nostro avviso, trasmettere professionalità e serenità ai propri clienti. Sedersi a tavola e in meno di 20 minuti aver pranzato o cenato, assorbendo stress di sala non deve assolutamente essere la regola per un cliente, che sedendosi a tavola, si aspetta di pranzare o cenare in tranquillità.
Buffet? No, verdure o antipasti scarsi. Il pranzo ci ha lasciato molto perplessi, sia per la quantità e l’impiattamento dei cibi, sia per l’impressione che quanto servito non fosse proprio fresco (tale affermazine è una mera considerazione della nostra esperienza e della “ripetizione” di certi alimenti tra un pasto e l’altro, sottoforma di rimpasto poco riuscito). Di sera, la cena aveva un plus, un vassoio di verdure o preparati, da proporre ai commensali come antipasto freddo. Sarebbe stato apprezzato se non fosse limitato e mal assortito: pizza al trancio freddo, due crostini, cous cous e un paio di verdure al vapore.
Anche in questo caso, abbiamo pensato che sarebbe stato utile, attendere la cena successiva per comprendere e poter apprezzare la “filosofia” di questa gestione e adeguarci di conseguenza per trarre le prime valutazioni; infatti, la sera successiva avrebbe avuto luogo la serata romagnola, a noi ben nota, frequentando questi luoghi da anni. Le aspettative, lo confessiamo, erano alte, anche perchè non potevano toppare con la loro cucina identitaria, quindi ci siamo presentati a cena, attendendo di degustare il menù di questa terra che amiamo e apprezziamo. A questo punto dell’articolo, vi postiamo solo qualche foto scattata in occasione della cena romagnola, per due persone (notare il melone per due).
Il sorbetto? Rigorosamente nei bicchieri di plastica. Scelta eco-sostenibile?
Colazione, il punto forte?
Quando abbiamo letto le recensioni, era chiaro che la colazione fosse il punto forte di questa gestione, pertanto, abbiamo pensato di doverci ricredere su qualcosa. Nonostante la presenza di cornetti e un paio di proposte di torte, non è stato difficile constatare (nelle due colazioni dei due giorni di soggiorno) che qualche prodotto fosse riproposto dal giorno prima o fosse l’avanzo del dessert della sera precedente, nulla di male se anche alla vista questi prodotti non fossero stati sgradevoli e tutt’altro che ben conservati. Succhi da indovinare, ogni caraffa riposta nel posto sbagliato. Al posto dell’arancia, abbiamo avuto il piacere di degustare un bicchiere di succo d’ananas, erroneamente posizionato tra le etichette di riferimento. Caffè servito al tavolo, preparato al momento. Discreto.
Dopo colazione? Si chiede il conto e si cambia struttura.
Dopo una seconda colazione più che deludente, abbiamo deciso di recarci in reception ed evidenziare le criticità riscontrate in questi primi due giorni, cercando dei contradditori o delle giustificazioni che potessero in qualche modo metterci nella condizione di adeguarci, ma al nostro racconto, in reception hanno potuto solo raccogliere la richiesta di interruzione del soggiorno. Nessuno in questi due giorni ci ha fornito un servizio di accoglienza, nessun drink di benvenuto come da menzione sul sito, nessuno ci ha comunicato l’orario dei pasti, abbiamo dovuto anche passare il giorno dopo per il voucher della spiaggia. Al check out, abbiamo restituito i teli mare, ottenuti con una cauzione di 20 euro, che abbiamo chiesto di restituirci o scalare dal saldo del nostro breve soggiorno. Ringraziamo, però, il Signor Stefano, nostra vecchia conoscenza, che ha saputo ascoltare e comprendere che disservizi di questo tipo devono essere oggetto di riflessione, come, in aggiunta, la pulizia delle stoviglie.
In questa due giorni decisamente negativa, volgiamo anche un saluto particolare al ragazzo che serviva ai tavoli, perchè, nonostante le difficoltà, non mancava di gentilezza e sorrisi. Forse, la professionalità dovrebbe tener conto anche o soprattutto di queste due peculiarità.
Dulcis in fundo, il servizio di reception? Gestione delle chiavi fai da te
Anche in questo caso non è nostra intenzione estendere critiche inconcludenti, ma crediamo che il servizio di reception non debba restare vuoto o vacante, specie se le chiavi delle stanze possono essere ritirate in modo autonomo sia in entrata che in uscita. Indipendentemente che si possa richiedere attraverso l’uso del campanello la presenza di un responsabile, che si sia allontanato per alternarsi (sempre per carenza di personale ) al bar o in sala, crediamo che in accoglienza, anche per motivi di sicurezza debba stazionare un soggetto specifico, che sia responsabile delle chiavi delle stanze. Quando in due occasioni, abbiamo visto entrare ed uscire ospiti dell’hotel che, alla presenza del receptionist prelevavano le proprie chiavi, abbiamo deciso che le stesse non sarebbero più rimaste “vacanti”, portandole con noi quando assenti dalla location. Ovviamente, abbiamo ritenuto di segnalare anche questa criticità, non da poco.
Soggiorno dal 9 all’11 agosto, costo 380 euro. Non un euro di sconto, abbiamo evidenziato i disservizi e abbiamo lasciato la struttura.
Volete sapere come è proseguita la nostra vacanza? Ve lo raccontiamo nei prossimi giorni, così come vi racconteremo ancora il nostro tour in Emilia Romagna delle nostre traveller friends, dove cuore e eccellenza fanno davvero la differenza!