Sarà il covid, o forse una maggiore attenzione alla propria salute, fatto sta che l’interesse verso un’agricoltura biologica e sostenibile è in continuo aumento. Lo sanno bene quelli di Tip’Orto, una realtà abbarbicata sulle alture di Annone che si specchia nelle acque dell’omonimo lago.
Il progetto, nato dalla passione di tre soci, è semplice e ambizioso: portare la qualità in tavola, ma anche comunicare l’importanza di una filiera produttiva corta e l’impatto che il cibo ha sulla salute di tutti noi.
È da qui che nasce l’attenzione per una coltivazione che rispecchia la stagionalità, che non utilizza la chimica e che punta alla qualità e non alla quantità: in una parola a Tip’Orto si punta tutto sull’agricoltura artigianale.
Nessuna scelta è casuale. La terra viene lavorata solo attraverso la vangatrice: uno strumento che si limita a spaccare la zolla senza rivoltarla in modo da preservare la sostanza organica e la fauna microbiotica (dai lombrichi ai microrganismi). I semi utilizzati sono esclusivamente biologici. Una lavorazione poco invasiva, quindi, e solo quando il terreno è in tempera, cioè nelle condizioni di umidità più favorevoli.
Altro aspetto su cui a Tip’Orto sono molto attenti è la rotazione delle colture per non impoverire il terreno e arginare infestanti, parassiti e agenti patogeni. Non si trascura nemmeno la fase del raccolto, che viene effettuata a mano: il metodo più rispettoso della salute della pianta in quanto evita danni e stress dovuti al passaggio dei macchinari. Inoltre consente di raccogliere i frutti nel momento di giusta maturazione e non, come avviene con la raccolta meccanica, tutto indistintamente in un unico passaggio.
I prodotti di Tip’Orto non contengono additivi, come ad esempio conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità e vengono lavorati, trasformati e confezionati nel pieno rispetto dei loro valori nutrizionali. Un’attenzione che si sente quando i prodotti di Tip’Orto arrivano in tavola.
Un modo nuovo di pensare all’alimentazione che il mercato sta premiando. Negli ultimi mesi, infatti, il 30 per cento degli italiani ha sperimentato prodotti biologici per la prima volta. L’aumento della consumer base di prodotti a marchio bio si inserisce in uno scenario di crescita che interessa tutti gli indicatori di questo settore, +76% la superfice agricola coltivata secondo il metodo bio negli ultimi 10 anni e +66% il numero di operatori impegnati nella filiera dal 2008 a oggi e un valore dell’export pari a circa 2,3 milioni di euro (+2,6%).